DATI TECNICI
Le sue dimensioni sono: lunghezza metri 68,95, larghezza metri 10,09, immersione metri 4,90.
Dislocamento t. 1.341.
Ha 15 vele che sono di tre tipi: quadre sul trinchetto; auriche sugli alberi di mezzana e maestra; fiocchi sul bompresso. La superficie velica è di circa 1.070 mq.
L'albero di trinchetto è alto metri 35, quello di maestra metri 34,5 e quello di mezzana è di metri 30 e sono tutti di acciaio.
Ha un motore ausiliario diesel da 450 hp che viene utilizzato all’occorrenza. La velocità che può raggiungere è di 10 nodi.
PALINURO - la storia e ... chi è

la nave scuola Palinuro in sosta a Venezia
(foto fatta da me nel 2007)

Il Palinuro a Venezia (settembre 2007)
PRECEDENTI NAVI PALINURO.
Precedentemente ci sono state altre 5 navi della Marina che avevano lo stesso nome. In particolare:
Una corvetta costruita in Francia nel 1844 per conto della Marina Napoletana.
Aveva lo scafo in legno, un dislocamento di 986 ton. e un apparato motore di 200 cavalli. Fu acquisita nel 1860 dalla flotta del Regno d’Italia vi rimase fino al 1863.
Un Brigantino con scafo in acciaio.
Aveva un dislocamento di 535 ton., era lungo 46 metri e largo 7.5, con un apparato motore di 423 cavalli. Venne varato a Castellammare di Stabia il 7 settembre 1887. Fu destinato al servizio coloniale in Mar Rosso. Successivamente, nel 1891 fu destinato come nave scuola per nocchieri, timonieri e mozzi e svolse varie campagne nel Mar Mediterraneo.
Un rimorchiatore portuale varato nei Cantieri Navali Riuniti di Ancona il 6 febbraio 1929.
Aveva lo scafo in acciaio, 275 ton. di dislocamento e un apparato motore da 859 cavalli. Era armato di un cannone da 76/40 mm. Nel 1941 cambiò il nome in “Porto Palo”. Con questo nome il 12 settembre 1943, fu catturato dai tedeschi e successivamente affondato il 24 aprile 1945 nel porto di Genova.
Una nave Scuola.
Nave precedentemente in servizio nella Marina Jugoslava con il nome di “Vila Valebita”. Entrò in servizio nella Marina Italiana il 15 aprile 1941 quale preda di guerra e fu impiegata nel Mare Adriatico. Insieme alle navi scuola “Vespucci” e “Colombo” fece parte della “Divisione Navi Scuola”.
A seguito dell’armistizio (settembre 1943) partì da Trieste per raggiungere il Sud Italia. Avendo terminato il combustibile ebbe ordine di fare rotta su Ortona dove venne sabotata, presumibilmente dai tedeschi.
Una piccola goletta varata nel marzo del 1920 nei Cantieri Navali di Viareggio.
Iscritta nel ruolo del naviglio militare il 1° luglio 1952. La goletta fu radiata nel 1959 e donata al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

La polena raffigurante
il nocchiere Palinuro
La nave scuola Palinuro è un veliero che la Marina Militare italiana utilizza appunto come nave scuola per gli Allievi Sottufficiali Nocchieri, Nocchieri di Porto, Meccanici e Motoristi Navali.
Le Scuole frequentate dagli Allievi sono quelle di Venezia, Porto Ferraio, La Maddalena e Taranto.
Ora probabilmente ti chiederai: chi è il nocchiere?
Il nocchiere è il marinaio che governa la nave. Sono nocchieri il timoniere, il capo timoniere e tutti coloro che si occupano delle operazioni in coperta e fuori bordo (ormeggio, disormeggio, rifornimento, manutenzione e pulizia). Il capo dei nocchieri è il nostromo.
Per approfondimenti riguardo ai nocchieri e nostromi ti consiglio di vedere la pagina che ho dedicato specificatamente a loro.
Il Palinuro è una nave goletta. Ha tre alberi più il bompresso.
Lo scafo, così come gli alberi, è in acciaio chiodato ed è suddiviso in tre ponti.
Sotto il ponte di coperta sono situati i locali di vita dell’equipaggio, le cale, la cambusa, le segreterie, l'officina, la sala apparato motore principale e ausiliari, le celle frigorifere e gli alloggi.
A prora è situato il castello ed a poppa il cassero con la Plancia Comando.
Gli alloggi, la cucina, il forno, i locali di vita degli Ufficiali e dei Sottufficiali sono all'interno del cassero.
L'equipaggio fisso è formato da 84 marinai: 4 Ufficiali, 44 Sottufficiali e la “truppa”. A questi si aggiungono in estate i cadetti.

Acqua alta a Venezia e
il Palinuro in lontananza

A bordo la pazienza
CHI ERA PALINURO
Il nome di questa Unità è proprio quello del nocchiero citato nell'Eneide: Palinuro.
Questa che segue è, in breve, la sua storia.
Enea conosceva bene ed aveva fiducia in Palinuro. Decise di affidargli pertanto l'incarico di timoniere sulla sua nave, perché era sicuro che non avrebbe tradito il suo popolo ed era molto esperto in campo marinaresco.
Nettuno (dio del mare) gli avrebbe assicurato un buon viaggio, però in cambio del sacrificio di uno dei Troiani. Durante la navigazione Morfeo (dio del Sonno), mandato da Nettuno, cercò più volte di impossessarsi del timone della nave mentre l'equipaggio stava dormendo. Alla fine ci riuscì bagnando di rugiada soporifera le tempie di Palinuro. Questi non riuscì a resistere e si addormentò, venendo gettato in mare.
Quando Enea si svegliò si mise subito al timone, avendo notato che era rimasto incustodito e riuscì a condurre in porto l'intera flotta sana e salva. Nettuno gli permise di superare incolumi la navigazione e soprattutto il punto critico, gli scogli delle Sirene (temuti anche da Ulisse nell'Odissea), dato che c'era stato il sacrificio di un Troiano: il "nostro" Palinuro.
Quando Enea incontrò tra le anime quella di Palinuro chiese spiegazioni su quell'evento che salvò i Troiani, ma costò il suo sacrificio.
Palinuro spiegò che, una volta caduto in mare, si era aggrappato al timone di cui era custode, perché preoccupato delle sorti della nave. Per tre notti di tempesta restò in balia delle onde, finché alla quarta vide finalmente apparire la terra. Quando però stava per toccare con le mani le rocce sporgenti, un popolo crudele lo assalì, senza dargli modo di difendersi. Il suo corpo però ora giaceva insepolto, e quindi chiese ad Enea di seppellirlo, o di aiutarlo trasportandolo in acque tranquille, così da poter "almeno in morte riposare".
Venne eretta quindi una tomba e quel luogo oggi si chiama Capo Palinuro.
La Marina Militare Italiana possiede per la maggior parte "navi grigie", quelle che tutti normalmente associano al combattimento, alla Guerra. Questo comunque non è del tutto vero. Bisogna considerare che tali navi, pur essendo armate (principalmente per difesa e non per attacco), svolgono spesso una attività di aiuto, di rifornimento e di soccorso. Non è raro, anche ultimamente, vederle recarsi in acque straniere, in cui si sta combattendo, per portare però aiuti umanitari. Non sto qui adesso a dilungarmi, perché non è questo il tema della pagina.
A fianco di queste navi così moderne, così "grigie", ce ne sono però altre tre molto diverse: Amerigo Vespucci, Palinuro ed Italia. Si tratta di tre navi a vela adibite a nave scuola; la prima per gli Allievi Ufficiali, la seconda per gli Allievi Sottufficiali e la terza imbarca invece persone con particolari problemi.
Considerato che il Palinuro è un bel veliero ed inoltre è simile, sotto diversi aspetti, alla nave scuola Amerigo Vespucci, ho voluto riportarlo in questo sito. Come avrai sicuramente capito l'ho definito il "fratello minore" solo a causa della sua età e delle sue dimensioni.

Sul ponte del Palinuro

Verso il cassero
a bordo del Palinuro
IL PALINURO A VENEZIA (settembre 2007) – una mia visita a bordo
Devi sapere che la nave scuola Palinuro a settembre 2007 si trovava a Venezia. Era ormeggiata in questa città, perché era una delle tappe della mostra itinerante "Un mare di archivi". Conseguentemente non potevo certo farmi scappare questa occasione di visita.
Per la cronaca la mostra era intitolata "L'onda lunga verso la Costituzione". I documenti esposti provenivano dall'Archivio Centrale dello Stato ed erano riferiti alla nascita della Costituzione Italiana.
Con Rita, una mia amica, e Francesco, suo figlio, mi sono recata in questa bellissima città con lo scopo principale di salire a bordo del Palinuro (c'ero salita in fretta solo una volta a Genova nel 2000). Ovviamente già che facevamo il viaggio volevamo vedere la mostra, ed infine visitare un po' la città che in questo periodo dell'anno vale ancora di più la pena di vedere.
La giornata non si presentava al meglio, il giorno precedente aveva piovuto molto in tutto il Trentino ed anche nel Veneto, e quella mattina c'era ancora una leggera pioggia. Ma non ci siamo certo fatti spaventare da due gocce d'acqua e siamo partiti ugualmente. La scelta è stata azzeccata, perché, al nostro arrivo, ci aspettava un sole splendente e molto caldo nonostante fosse la fine di settembre. Solo nel pomeriggio, lo vedrai anche dalle foto, il cielo si è annuvolato ed ha fatto un piccolo acquazzone, ma ... proprio quando eravamo a bordo, e quindi al riparo!
Memore di una precedente esperienza, avevamo pensato di recarci subito alla nave, per vederla e soprattutto per assicurarci che fosse visitabile, ed anche, non lo nascondo, per capire quanta fila avremmo dovuto fare per salire. Ma una fila inaspettata l'abbiamo dovuta fare subito in Piazza San Marco.
Devi sapere che a Venezia a volte si manifesta il fenomeno dell'acqua alta. Quando questo succede c'è l'acqua del mare che invade e ricopre l'intera famosa piazza. Si può procedere camminando sulle passerelle appositamente predisposte, oppure ... andando scalzi in mezzo all'acqua. Vista la quantità di piccioni, che di solito frequentano la piazza, è consigliabile utilizzare le passerelle!
Era la prima volta che vedevo dal vivo questo evento. La cosa curiosa e simpatica è che, dato che queste passerelle sono larghe tanto quanto due persone affiancate, e su ognuna ci si cammina in entrambi i sensi di marcia (si va in fila per uno), ci sono i vigili urbani che con i loro fischietti regolano il traffico ... pedonale!
Il Palinuro, nel contesto di Venezia, faceva la sua bella figura. Con i suoi alti alberi, i pennoni, tutte quelle cime, le vele imbrogliate, la sua polena d'oro e i colori bianco e nero dello scafo è proprio un bel veliero.
Non siamo saliti subito a bordo, abbiamo lasciato questa visita per il pomeriggio. Nel frattempo siamo andati a vedere le mura e l'entrata del bellissimo Arsenale Militare Marittimo, che risale al 1104, e ci siamo un po' guardati intorno in questa bella città di mare.
Così, tra le altre cose, abbiamo visto come si è dovuta organizzare una nota ditta privata di consegna pacchi, che nelle altre città utilizza i furgoni, ma qui si è dovuta attrezzare fornendosi di una barca, che quindi riporta sui fianchi la sua insegna. Il paragone con i noti furgoni è stato automatico e mi ha fatto sorridere.
Nel pomeriggio eravamo tra i primi a salire sul Palinuro.
La mostra è stata interessante, ma io ho dedicato la maggior parte del tempo allo "studio" della nave. Questo era il mio desiderio, volevo vedere come era questo veliero.
La prima cosa che mi ha colpito è il fatto che il pavimento non è di legno, mentre lo sono le due scale che conducono al cassero. In fondo ad una di queste c'era un tappeto fatto con l'intreccio paziente di cime, proprio un bel lavoro.
Gli alberi non abbiamo potuti ammirarli perché, visto il brutto tempo, era stato sistemato il gran sceicco, pertanto per nostra fortuna tutta la nave era al riparo dalla pioggia. Ho potuto però apprezzare quello che c'è alla base di ogni albero: la pazienza con tutte le sue cime ben raccolte e lo striscione riportante il disegno e il nome della nave che le abbraccia.
Ci siamo praticamente diretti subito sul cassero perché, viste le dimensioni del Palinuro (con tutto il rispetto, ma sono abituata a quelle del Vespucci), appena a bordo non c'era molto da vedere, ed inoltre la maggior parte della mostra si trovava lì.
Sono subito andata a vedere il timone, la sedia del Comandante, la bussola; praticamente il posto di comando! Ho potuto notare che sul timone è ancora riportato il nome originale del peschereccio. Nella stessa sala era appesa anche la preghiera del marinaio.
Ovviamente questa è la versione attuale della preghiera, se invece vuoi, puoi leggere quella originale, quella che veniva recitata sulle navi della Regia Marina.
Ho potuto anche notare che oltre alle belle vele bianche ben imbrogliate sui pennoni (che avevo visto da terra); anche a bordo regna l'ordine!
Tutti gli ottoni sono lucidi (come è buona regola) e le cime sono ben sistemate. Peccato non aver potuto accedere a prora, ma ho dato una breve occhiata, oltre il telo che ci separava, mentre veniva scostato leggermente da un marinaio che passava. Sono rimasta un po' delusa della prora, per quel poco che ho visto, perché lo spazio è proprio ridotto, il bompresso è poco distante, e per accedervi c'è una scala piccola e di metallo. Nonostante queste mie ultime considerazioni … il Palinuro è comunque una bella nave!
Come avrai notato purtroppo mi sono lasciata trasportare dai pensieri e, avendo sempre in mente la nave dei miei sogni (il Vespucci), che conosco meglio, mi veniva spontaneo fare il confronto tra i due velieri. Questo sicuramente è stato un errore, perché, ripensandoci, posso tranquillamente dire che la prova è brillantemente superata!
Ti invito ad andare a vedere le foto che ho fatto da terra ed a bordo, così ti potrai rendere conto di quanto il Palinuro sia un bel veliero di cui possiamo andare proprio fieri!

galleria delle foto fatte a bordo
Alcune foto
Lavori a bordo e vita di bordo su un veliero
date le analogie, per il momento, prendo come spunto una pagina già creata per il Vespucci