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La navigazione fluviale e il suo museo

 

Un argomento interessante, e poco conosciuto, è quello della navigazione fluviale che avveniva nelle zone del Veneto, del Trentino Alto Adige e lungo il corso del fiume Po.
I fiumi interessati, in particolare, erano: Adige, Brenta e Po.
Le merci che giungevano a Venezia, dalla Siria, dalla Palestina, dall’Egitto e dalla Grecia, risalendo soprattutto questi tre fiumi raggiungevano l’Europa centrale.

A parte il più noto trasferimento di legname dal Trentino e dalla Val di Cadore verso l’Arsenale di Venezia, materia prima per la costruzione e riparazione dei velieri e delle altre navi dell’epoca, lungo i fiumi venivano trasportate tutte le merci.

E’ curioso rendersi conto di come la popolazione si era uniformata a questa forma di trasporto, precedente l’avvento della ferrovia. Lungo il corso di ogni fiume navigabile la gente che si poteva trovare era composta da: mugnai, zattieri, cavallanti, sabbionanti, cordai, osti di fiume, traghettatori, pontieri, portinai, piloti, meatori, scariolanti, lavandaie, oltre ad altre figure e professioni ormai andate perse.
Quella presso l’oste era una tappa quasi obbligata: si potevano avere (e scambiarsi) notizie utili a tutti per la navigazione.

Questa forma di trasporto era vincolata però alla portata del fiume e soprattutto era più difficoltosa quando si trattava di andare contro corrente (i viaggi, se possibile, non venivano fatti a vuoto!). All’andata perciò ci si affidava al fiume, con il suo normale scorrere lento ma costante; al ritorno si doveva ricorrere all’aiuto dei cavallanti, che con i loro animali (cavalli o buoi), percorrendo l’argine, trainavano i burchi (le tipiche imbarcazioni di fiume).

Esisteva addirittura il mulino natante; sfruttava la forza del fiume ed era spostabile avanti o indietro, al largo o a riva, a seconda della necessità (i barcari segnalavano, con il corno e alla voce, il loro arrivo e passaggio).

L’imbarcazione permetteva di effettuare dei carichi consistenti, maggiori certamente di quello che si sarebbe potuto fare con un semplice carro trainato dal cavallo. In più si sfruttava un bene già presente e gratuito:  lo scorrere naturale dell’acqua.

Questa attività fluviale è diminuita sempre di più con la costruzione della Ferrovia e con l’incremento del trasporto su mezzi pesanti.
Grazie però al paziente lavoro di raccolta e catalogazione del sig. Riccardo Cappellozza, a Battaglia Terme è stato creato un museo, dedicato proprio alla navigazione fluviale. Lo scopo è di conservare gli antichi strumenti e tecniche usati, inoltre mantiene vivo il linguaggio tipico dei barcari unitamente alle immagini storiche. Serba e tramanda la memoria di questa antica, e ai giorni nostri insolita, professione.

burcio imbarcazione navigazione fluviale

un modello del burcio
(foto: sito del museo)

 

attrezzi navigazione fluviale

all'interno
(foto: sito del museo)

ancore navigazione fluviale

alcune ancore
(foto: sito del museo)

Cenni sulla navigazione
dei fiumi e dei laghi